Vino del mese: Valcalepio Rosso Riserva 2010 Castello di Grumello

castello-vista-interna-sitoFamoso per secoli, più per la posizione strategica che, per i vini che produceva, il Castello di Grumello ha rilanciato l’immagine offuscata della denominazione, che annaspava nelle torbide acque delle incapacità personali dei singoli viticoltori. Anche il Consorzio di Tutela della denominazione ha contribuito molto a limitare l’espansione dei vini prodotti dalla Valcalepio. A partire dai grotteschi limiti sulle percentuali delle uve che compongono i Valcalepio, per passare dalle quantità di residuo zuccherino nel Valcalepio Passito, limite incredibilmente basso, e su altro.  Per averne prova, basta valicare non dico quello regionale, ma il confine provinciale, per scoprire che, chiunque ignori l’esistenza della denominazione. Certo non è solo merito del Castello di Grumello e di Tosca se la Valcalepio è riuscita a far parlare bene di se.  Eppure non è negabile che, gli ottimi vini prodotti dalle due aziende, molto hanno contribuito a dare lustro a tutta la Valcalepio. Per dare a Cesare quello che è di Cesare, l’enologo di entrambe le cantine è lo stesso: Paolo Zadra. Eppure i vini non si assomigliano per niente. Nessuno di loro ha tratti comuni, nonostante le uve siano sempre le stesse: Cabernet Sauvignon e Merlot per i rossi e Chardonnay e Pinot Grigio per i bianchi. Quindi stessi vitigni, stessa denominazione, stesso enologo e vini così buoni, eppure così diversi. Perché i Terroir sono dissimili tra loro, e Paolo Zadra è un enologo che rispetta e valorizza le diversità.
Il castello di Grumello, di cui abbiamo parlato recentemente sul blog, ha nella sua faretra diverse frecce, di legno pregiato e costruite con sapienza d’artista.
Oggi analizziamo meglio un vino che ci ha davvero stupito

Valcalepio Riserva 2010 Castello di Grumello

Prodotto col taglio delle due varietà bordolesi più celebri, Cabernet Sauvignon e Merlot, cambia le proporzioni in base all’annata. Nella 2010 le proporzioni sono 60% Cabernet Sauvignon e 40% Merlot. Le vendemmie sono separate tra le due varietà, perché il Merlot matura molto prima del Cabernet. La fermentazione alcolica si svolge per 15 giorni circa ad una temperatura controllata di 26°C. Passa in barrique di 2° e 3° passaggio, cioè già usate o per il Colle Calvario, o per il riserva dell’anno prima. Dopo un anno in barrique, torna in acciaio dove riposa per altri due anni prima di andare in bottiglia. Paolo ci spiega che i cabernet e merlot bergamaschi, normalmente sviluppano durezze superiori alle morbidezze, per cui la permanenza prolungata in legno, se da una parte cede profumi dolci come la vaniglia, dall’altra estrae tannini idrolizzabili, Gallico ed Ellagico presenti nei legni degli alberi e di conseguenza nelle botti. Tannini che si sommano ai tannini condensati, presenti nelle uve, ed aumentano la sensazione di astringenza.
Perché il Terroir bisogna conoscerlo.
Perché il Terroir bisogna saperlo interpretare.
Perché non è sufficiente avere la Laurea in enologia, per essere bravi enologi.
Già…
valcalepio-rosso-riserva-castello-di-grumelloRosso rubino intenso, quasi brillante di luce propria. Al naso è stupefacente, per ricchezza e precisione di profumi. Nitida quasi da vederla la frutta d’albero, come la ciliegia e l’amarena. Non fresche e mature, ma sotto spirito. La rosa rossa, tra i fiori anticipa i terziari o profumi da invecchiamento. Ecco in rassegna passare a rendere omaggio al degustatore, il tabacco da sigaro, l’humus del sottobosco, le note mentolate che dal basilico vanno fino alla menta. Nel corso della degustazione i profumi si muovono, danzano in movimenti plastici senza bisogno di musica. Così si alternano, prima gli uni, poi gli altri…tornano e ritornano.  Quando arriviamo ad assaggiarlo sono passati diversi minuti, eppure le notevoli attese di un così ben definito prospetto olfattivo, trovano conferma in un palato adeguatamente ricco e copioso. Non di certo lascivo ed ammiccante, come molti vini costruiti per piacere al primo sorso ai neofiti, il Valcalepio Riserva 2010 ha nel rigore e nella disciplina i suoi pregi migliori. Le durezze sono presenti e ben risolte. Così osserviamo i tannini che sono astringenti ma con grazia, poi acidità e mineralità delineate e piacevoli. Dall’altro canto le morbidezze sono altrettanto presenti, con pseudo-calore espresso dal grado alcolico e cremosità determinata dai poli-alcoli. Il risultato è un vino che permane in bocca con eleganza, che soddisfa, e che quando ci si decide a deglutirlo, genera dolci rimpianti. Anche le sensazioni avute al naso si espandono, perché con l’ossigenazione si uniscono all’insieme anche note speziate di pepe e bacche di ginepro. Lungo, lungo, lungo il finale.

Punteggi:
NICOLA      90/100
FABRIZIO 90/100

Bevendolo non ci si sente nel medioevo e non si diventa giullari o trovatori. Men che meno ci si ritrova in un osteria a cantar canzoni.

Perché è un ottimo vino.
Perché ha un vantaggioso rapporto qualità prezzo.
Perché Noi lo abbiamo assaggiato veramente…e ci è piaciuto tanto.
Perché Noi di mestiere selezioniamo i vini.
Fabrizio Buoli