Tosca: il rilancio della Valcalepio

Presentazione della linea Vite Natural Durante 2015

Sono partito con largo anticipo. Conosco le strade bergamasche e il loro affollamento verso il tramonto. Sono un marinaio. Ero bambino quando Cesare, ha iniziato a portarmi in barca. Con lui ho pescato, nel tratto di mare racchiuso tra l’Isola Gallinara e Capo Berta, ogni tipo di pesce presente nel Mar Ligure. Così tanto da conoscere i gabbiani per nome. Ho persino fatto il militare in marina. Molti pensano che i marinai navighino solo sull’acqua, ma quando uno è marinaio naviga ovunque, ed impara ad orientarsi dovunque. Se lo impari a fare quando intorno a te non c’è niente, e all’orizzonte il mare diventa un solo cielo, quando si hanno dei riferimenti, tutto diventa molto più semplice. Così, sfruttando il prolungamento della tangenziale che adesso da San Paolo d’Argon arriva fino ad Ambivere, ho percorso solo pochi chilometri in coda, prima di trovare la deviazione che da Pontida si inerpica fino alla Riviera. Col sorriso appena accennato ai lati della bocca, per quella sottile linea immaginaria che dalla Riviera Ligure di Ponente, argomento del mio ultimo articolo, arriva alla Riviera di Pontida, inizio a salire per strette strade spinose. Così strette da passarci o in un senso o nell’altro. Ai lati della via ogni tanto si scorgono vigneti, dove la scure del diserbo non ha mietuto nulla, così mi convinco essere di Tosca.
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(Vigneto Campi e in prospettiva la dorsale del monte Canto)
Per chi conduce la vigna in regime biologico, l’uso di diserbanti è come l’anticristo per un esorcista. Dopo l’asfalto si passa allo sterrato, e avvolto in pensieri leggeri, senza neppure accorgermi, arrivo alla tenuta La Polisena, dove sorge l’altro Agriturismo. Sono in anticipo, e allora osservo il mare di case, capannoni e strade che colorano di grigio e marrone, tutto quello che è sotto di me. L’occhio triste si consola nel verde dell’altra sponda della valle. Dalla riviera si vede il lato nord, ma appena dietro il crinale esposto ai raggi del sole, so esserci Fontanella di Sotto il Monte, e qualche centinaio di metri più sotto, ovviamente Sotto il Monte, poi Carvico e Villa d’Adda. Il Monte, che viene continuamente citato, senza mai nominarlo, quasi con una forma di riverenza, si chiama Canto, ed è alto 710 m slm. E non c’è niente da ridere. Tutto è relativo, insomma. Certo se fosse tra Monte Bianco e Cervino, sarebbe sarcastico chiamarlo Monte. Eppure se immaginate il viandante del Medioevo, che, dopo centinaia di chilometri di polverosa pianura, arriva, senza alcuna collina che lo anticipi, ad un altura di 700 mt, come fa a non chiamarlo Müt (Monte)?
Da una nuvola polverosa sbuca l’auto bianca di Pier Paolo Garcea, che non ha il grado di sergente, non dà la caccia a Zorro, ma è un competente agente di commercio della prestigiosa distribuzione Pellegrini spa, dove Tosca è una piccola, ma lucente perla. Condotta seguendo i dettami dell’agricoltura biologica, l’azienda agricola bergamasca, sta progressivamente affermandosi come azienda di assoluto valore. Non solo tra le aziende orobiche, ma ormai a livello nazionale. Invitati, alla presentazione dell’annata 2015 della Linea Vite Natural Durante, oltre che a eminenti firme del giornalismo eno-gastronomico italiano e alla delegata dell’Ais della provincia di Bergamo, ci sono diversi ex-colleghi ristoratori, proprietari di Enoteca e la rete di agenti lombardi di Pellegrini Vini spa. Conosco quello di Milano, che rifornisce alcuni dei più celebri siti di vendita di vino on line, o di enoteca on line. Ne approfitto e chiedo se ci fosse qualcuno di loro. Mi piacerebbe scambiare due chiacchiere. Lui, sorridendo mi dice di no, aumentando il significato col significante movimento della testa. Che domanda sciocca. Loro non perdono tempo ad assaggiare i vini nelle pieghe delle diverse annate.
Fugace, ma gradevole aperitivo di benvenuto, poi tutti a tavola ad assaggiare vini.
Ecco ciò che ci ha favorevolmente impressionato. E che inseriremo nella nostra Enoteca On Line.
Vini bianchi
Bergamasca Riesling 2015 Vite Natural Durante 87/100
Prodotto da uve di Riesling Renano ha colore giallo paglierino tenue con idee di verde. Al naso balzano subito in evidenza gli agrumi con limone, cedro ed un bellissimo mandarino. I fiori bianchi di prato si aggiungono ai profumi di roccia, e più particolarmente di iodio. In bocca è affilato e dunque leggermente sbilanciato sulle durezze. Eppure la mineralità, estratta dal sottosuolo ricco di flysh di Pontida, apporta eleganza e finezza. Un vino con grande capacità di evolvere nel tempo, migliorando continuamente. Alcuni in sala parlavano di idrocarburi, evidentemente sapendo quale fosse il vitigno, e conoscendo le tendenze dello stesso, hanno sentito quello che adesso non è presente in nessun modo. Quando si degusta col cervello e non col naso, si trovano cose che non ci sono, e a deragliare ci vuole un attimo.
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(Flysch di Pontida)
Terre del Colleoni Incrocio Manzoni 2015 Vite Natural Durante 86/100
Colore giallo paglierino. Al naso è suadente con profumi di pompelmo e frutta esotica. La margherita tra i fiori. In bocca sostiene le attese per una buona materia ricca di poli-alcoli da una parte e di minerali dall’altra. Buon vino, che però ha riscosso un immotivato successo in sala, con applausi ed affermazioni del tipo: “Questo è il miglior bianco bergamasco del 2015”. Affermazioni poi ribadite sul quotidiano L’Eco di Bergamo con un articolo che sottolineava il concetto.
Non siamo d’accordo, ça va sans dire. Il riesling adesso gli è già davanti, e tra qualche mese lo perderà di vista. Il riesling diventerà buonissimo, l’incrocio manzoni resterà un buon vino. Poi per la palma del miglior bianco, c’è un altro autorevole pretendente, che per osservare entrambi, è costretto a voltarsi.
Valcalepio Bianco Vigneti della Polisena 2015 88/100
Colore giallo paglierino. Al naso è ricco di profumi diversi, dagli agrumi arancioni, alla frutta fresca. Frutta che si declina tra la nostrana, con pesca gialla ed albicocca; e quella esotica con l’ananas. I profumi di iodio da mareggiate sono presenti, anzi presentissimi e lo connotano molto piacevolmente. In bocca è adeguatamente presente, con ottima materia. Le durezze prevalgono sulle morbidezze, ma solo perché deve assestarsi ed affinarsi. Non è ancora entrato ufficialmente sul mercato, perché c’è in vendita ancora la 2014, ma senza dubbio alcuno, questo è il miglior bianco bergamasco del 2015.
Quindi per fare una classifica dei bianchi degustati:
1. Valcalepio Bianco Vigneti della Polisena 2015 Tosca 88/100
2. Bergamasca Riesling 2015 Vite Natural Durante 87/100
3. Terre del Colleoni Incrocio Manzoni 2015 Vite Natural Durante 86/100
Dunque primo, secondo e terzo. Ciò che più conta non è l’ordine, ma la sostanza. Tosca, prendendosi l’intero podio, si afferma come la miglior azienda di bianchi della bergamasca.
Vini rossi
Terre del Colleoni Merlot 2015 Vite Natural Durante 88/100
Colore rosso rubino intenso, quasi impenetrabile. Al naso è privo degli odori di ambienti angusti, che riecheggiano spesso nei merlot bergamaschi. Invece è ricco di frutta matura e carnosa, sia da pianta come d’arbusto. La prugna e la mora. Note vinose e di caseificio lo rendono davvero interessante e piacevole. In bocca sostiene adeguatamente le attese, con presenza e adeguata materia. Assolutamente privo di note amare, ha tannino gentile, perché raccolto maturo e discreta morbidezza generata dai poli-alcoli. La caratteristica del vino è l’ottima bevibilità. Non stanca, e ad un bicchiere senza accorgersi, ne segue un altro.
Terre del Colleoni Cabernet Sauvignon 2015 Vite Natural Durante 86/100
Colore rosso rubino. Al naso emergono per prime le note vegetali tipiche del vitigno. Quindi erba verde tagliata e peperone verde. La frutta scura e alcuni profumi di lucido arricchiscono l’insieme. In bocca è ancora sbilanciato sulle durezze, perché i tannini ben presenti intrinsecamente nelle uve del vitigno, e dunque nel vino, lo marcano con evidenza. Servirà qualche mese, perché polimerizzando, diventino educati. Comunque un buon vino anche se osserviamo qualche nota amara sul finale.
Valcalepio Rosso del Lupo 2014 Tosca 86/100
Rosso rubino scarico. Annata decisamente difficile, ma gestita con sapienza da enologo e proprietà. Al naso ha profumi di frutta, appena prima di essere matura. Alcune note erbacee, tra le quali foglie verdi, e peperone dello stesso colore, seguono il sottobosco dopo il temporale. Quando l’acqua piovuta enfatizza ed esalta i profumi di muschio, di foglie cadute, di castagne e di funghi. In bocca conferma le stesse sensazioni del naso, risultando piacevole e facilmente bevibile.
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(Vigneto Polisena in Inverno)
In conclusione possiamo affermare che: diversi vini assaggiati mi sono piaciuti; la famiglia Locatelli, proprietaria di Tosca, andrebbe premiata non solo per la scelta di produrre rigorosamente in biologico, ma anche per i risultati ottenuti; l’enologo Paolo Zadra ha conquistato la mia stima ed il mio rispetto.
I Locatelli, per quanto riguarda l’azienda agricola, sono una famiglia di fondamentalisti. Lavorano la vigna e vinificano i vini, usando esclusivamente i prodotti previsti dal regime biologico, ma in quantità decisamente inferiore ai limiti previsti dai disciplinari di riferimento. In un epoca di sofisticazioni dilaganti, dove l’apparire è molto più importante dell’essere, dove ci si avvicina al biologico perché vende, questo tipo di fondamentalisti mi aggradano tanto. Ma proprio tanto.
Paolo Zadra, è l’enologo come piace a me. E’ il padre affettuoso che rispetta le inclinazioni del proprio figlio, e lo incoraggia ad essere diverso. Gli dà gli strumenti per affrontare il mondo, essendo ben consapevole che non potrà mai essere identico ai suoi fratelli delle annate precedenti, e men che meno uguale ad un vino prodotto a centinaia di chilometri da lui. Lo rende unico. E pazienza se non è perfetto.
Venere, la Dea della bellezza, era strabica.
Fabrizio Buoli