Anteprime Ceretto – Capitolo uno: il vino oltre al Barolo

Ceretto, oltre ad essere produttore di vini, è poi uno dei più celebri ed attenti importatori, anche solo se distribuisse esclusivamente Salon. In realtà Salon non è che una piccola perla di un catalogo ricco ed espressivo, quasi totalmente composto da primizie.
Il titolo della manifestazione è significativo, forse anche più del Vinitaly (di cui abbiamo parlato negli ultimi post),  perché oggi andremo ad assaggiare in anteprima le nuove annate immesse sul mercato. Ciò che non ci possiamo attendere sono vini maturi ed ampiamente espressivi.
La giornata uggiosa, con nuvole nere come il corvo, scese a nascondere la parte alta delle colline vitate a nebbiolo da Barolo, se non aiuta l’umore a sorridere, ben si accorda con l’etimo del vitigno, che dalle nebbie tipiche di novembre prende il nome. L’ospitalità è stata affidata alla bellissima cantina di Alba incastonata sul crinale che divide Grinzane Cavour da Roddi.
Dalla stilizzazione dell’acino d’uva, che architettonicamente diventa una sfera sospesa sui vigneti di merlot, cabernet sauvignon e syrah che in taglio vanno a creare il Monsordo.
Oltre alla centinaia di occasionali assaggiatori, la cantina normalmente ospita l’affinamento proprio del Monsordo, dei baroli e barbareschi generici.
botte vino ceretto
Oggi loro malgrado il silenzio nella quale riposano e migliorano, sarà turbato. Già il marketing, nemmeno lui sfugge alla legge suprema che regola l’universo. Quando qualcosa si prende, qualcosa si dà. Ai vini quel vociare di persone darà noia, ma passeggiare tra di loro, assaggiare tra loro, ed osservare lo sguardo perdersi tra le colline punteggiate di filari, sospeso tra essi, di certo aiuterà a vendere.
Il percorso obbligato partiva dal bicchiere ad uso esclusivo. Ci accoglie il banco dello champagne Delamotte, il fratello di Salon. Fratelli perché elaborati da aziende confinanti, ed appartenenti alla stessa proprietà. Ma le similitudini si esauriscono subito, perché Salon sta a Delamotte come la 500 sta alla 4c. Senza mancare di rispetto alla 500, che è una bella macchina, la 4c è una fuoriserie.
Mi avvicina Davide Previtali, l’agente di Ceretto per la provincia di Bergamo, che saggiamente mi suggerisce di non fermarmi ad attendere Salon, centellinato ad una bottiglia ogni mezzora. Considerato il costo al pubblico del prezioso champagne, il desiderio di poterlo assaggiare, chi per conoscerlo, chi per riconoscerlo, assembrava una gran quantità di persone ai due banchi, così degustati gli champagne di Delamotte, siamo fluiti nella sala successiva.
degustazione vini botti
Costeggiate le barrique di Monsordo, una seconda sala accoglie i tedeschi della Mosella con diverse declinazioni di riesling di notevole fascino ed interesse.
Da segnalare il Riesling Kabinet Berncasteler Badstube 2013 ovviamente fresco e dominato dagli agrumi, e il Riesling Spätlese Berncasteler Doctor 2014 con una bellissima mineralità ed un nitido pompelmo che si allunga in bocca finemente. In prospettiva diventeranno molto buoni, ampiamente oltre i 90 centesimi. Entrambi dell’azienda Thanisch, famiglia che coltiva la vite fin dal 1636, e dall’inizio del diciannovesimo secolo proprietaria del piccolo vigneto Berncasteler Doctor, considerato tra i migliori della Mosella. Ancora più a nord della regione dello Champagne, mediamente si raggiunge la pendenza del 65%, che se obbliga gli uomini a peripezie per coltivarne i filari, permette una perfetta insolazione, e quindi altrettanta maturazione del frutto.
Accanto, i banchi dei francesi della Loira, con le due denominazioni più celebri: Pouilly-Fumè e Sancerre. Entrambe animate da grandi esempi di Sauvignon Blanc, dove il frutto esotico e la foglia di pomodoro sono solo un piccolo accenno, mentre varie espressioni di mineralità, capeggiate dalla pietra focaia, sono per consuetudine le padrone dell’anima di questi vini.
bottiglie vino champagne bianco
Serge Daguenau, l’azienda di uno dei rami in cui si è divisa la storica famiglia Dagueneau nel corso dei secoli, ha avuto in dote una particella particolarmente preziosa, dalla quale produce un vino eccezionale, il Pouilly-Fumé La Léontine, fatto assaggiare nel millesimo 2013. Ancora verdi e grigi, e per certi versi persino amari, ma classe sottesa era evidente. Recentemente ho avuto la fortuna di assaggiare lo sesso vino, così come il Pouilly-Fumé, in millesimi più vecchi, e vi dico che la prospettiva è obbligatoria. Perché quello che ora manca, cioè l’amplificarsi del ventaglio olfattivo, con l’aumentare delle cremosità, e il diminuire delle durezze, li porterà ad essere, addirittura emozionanti.
Il tempo.
Il tempo si prende la gioventù, ma cede saggezza, che conduce all’armonia.
Almeno dovrebbe.
Continua…